Biografia
Cristiana Passerini è titolare dal 2017 della cattedra di Arpa presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, dove insegna anche prassi antica, musica contemporanea, passi orchestrali e letteratura dello strumento.
Prerogativa del suo innovativo metodo didattico è quella di inserire nei programmi di studio dell’arpa opere trascurate ma imprescindibili per la formazione del musicista come quelle di Bach e altri repertori tastieristici coevi, traendo spunto dalle più recenti indagini musicologiche e filologiche. L’attività di promozione in tal senso si è sviluppata anche attraverso registrazioni, concerti, seminari, masterclass, conferenze e interviste per network specialistici.
A questo proposito si possono menzionare i CD registrati per La Bottega Discantica di Milano: il cofanetto J.S. Bach, The French Suites uscito nel 2020 con note di M. Moiraghi e il singolo J.S. Bach Suites del 2009 con note di M. Baroni. Ha pubblicato, inoltre, partiture per Ut Orpheus e Rugginenti-Volontè, tra cui la Suite bachiana BWV 997, novità nel repertorio arpistico che è stata selezionata come prova d’obbligo alla 50esima edizione dell’International Harp Contest in Israele.
Cristiana Passerini è operativa anche sul fronte contemporaneo: nello svolgimento della tradizionale professione concertistica e orchestrale ha eseguito diverse prime esecuzioni di autori del nostro tempo e ha creato, inoltre, un quartetto di arpe con i propri studenti, consentendo, de facto, un incremento del repertorio originale per questa nuova formazione. Diversi compositori italiani hanno dedicato le loro opere al Laborintus Harp Quartet; alcune di esse sono state registrate per Tactus nel 2018 con booklet di G. Montecchi.
Nell'ambito cameristico, ha collaborato con gli ensemble Nextime, A. Toscanini, FontanaMix, Virtuosi Italiani, I Solisti Dauni, Icarus, Octandre; ha inciso per Dynamic e Arkadia e svolto attività in orchestra come prima arpa con l’Osi della Svizzera italiana e la Fondazione Toscanini di Parma. Ha suonato inoltre con La Fenice di Venezia, il Regio di Torino, l’Arena di Verona, il Comunale di Bologna, l’Ort Orchestra della Toscana e negli anni Ottanta con il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Petruzzelli, le orchestre Rai di Napoli e Milano, la Filarmonia Veneta, l'Internazionale d'Italia, la Sinfonica di Sanremo, la Youth Israel Philarmonic.
Dagli anni Duemila ha iniziato a interessarsi alla ricerca e alla sperimentazione. Dopo il diploma con il massimo dei voti al Conservatorio di Bologna con A.N. Schirinzi e il perfezionamento con l'arpa solista della Ipo J. Liber, ha proseguito un cammino di studio in solitaria, guidata nella prassi antica da esperti come L. Rovighi e L. Bertani ed è attualmente iscritta alla facoltà di Musicologia di Cremona.
The French Suites BWV 812 - 817
https://www.discantica.it/img/discantica/libretti/libretto311.pdf
Dal booklet a cura di Marco Moiraghi:
La presente registrazione offre all’ascoltatore la possibilità di ascoltare sull’arpa l’intera serie delle sei Suites francesi BWV 812-817 di Johann Sebastian Bach (1685-1750). Per Cristiana Passerini si tratta di una seconda tappa discografica bachiana, dopo la precedente fortunata incisione di tre altre Suites appartenenti al gruppo delle opere sparse di Bach (BWV 996, 997 e 1006a). La precedente registrazione presentava tre fra le opere destinate originariamente al liuto o anche al cembalo, o meglio, più probabilmente, a quel particolare ibrido strumentale definito Lautenwerk o Lautenclavicymbel, di cui Bach era un estimatore (ne possedeva due copie). Dopo questa prima esplorazione di opere piuttosto rare, la nuova registrazione all’arpa si concentra su un repertorio più conosciuto, famigliare soprattutto a chi si occupa di didattica pianistica e cembalistica. Abbiamo quindi l’occasione, grazie a questa proposta discografica, di riflettere non solo sulla compattezza stilistica delle serie completa delle Suites francesi, ma anche sulle peculiarità timbriche ed espressive dell’adattamento di Bach all’arpa.
Qualche cenno, infine, agli aspetti propriamente strumentali della presente incisione discografica, che condensa questi sei meravigliosi pezzi bachiani in un’unica proposta di ascolto. Le otto dita utilizzate dall’arpista anziché le dieci previste nella normale esecuzione tastieristica sono naturalmente una difficoltà peculiare, che richiede all’interprete un costante sforzo nella gestione della diteggiatura. In ogni caso la scrittura bachiana è rispettata completamente, in ogni suo dettaglio: l’adattamento all’arpa non comporta alcuna facilitazione o semplificazione. Ai pedali si richiede assoluto silenzio, per non essere in nessun caso d’intralcio con eventuali rumori meccanici o vibrazioni anti-armoniche. Per ciò che concerne le dinamiche, l’arpista opta qui per un uso moderato della varietà di colori a favore di differenziazioni timbriche che evocano un effetto liutistico o cembalistico: suoni presso la tavola armonica, suoni “angelici” emessi vicino al somiere, inserimento di materiali tra le corde (strisce di stoffa), differenziazione tra le stesse voci usando altezze diverse della cordiera. Le registrazioni che qui vengono presentate, insieme alla precedente incisione bachiana di Cristiana Passerini, rappresentano il significativo sforzo di colmare una lacuna. La generale assenza di Bach nei programmi di studio per arpa costituisce indubbiamente un deficit rilevante. Vero è che sempre più si nota l’allargamento del repertorio arpistico anche alla musica tastieristica (oltre che violinistica) settecentesca, ma per ora ciò avviene in modo più che altro sporadico. La grande valenza didattica di Bach, ricordata più sopra proprio in riferimento alle Suites francesi, è senz’altro riferibile anche all’arpa, uno strumento che può trarre preziosi e profondi vantaggi da una pratica assidua del grande repertorio strumentale bachiano.
Johann Sebastian Bach
The French Suites
BWV 812 - 817
Quantità: 2 CD
Rivista MUSICA 5 Stelle
Aprile 2021
Ormai non c'è strumentista che non si senta in obbligo di dedicare al proprio strumento qualche trascrizione di opere bachiane: così, anche di recente, abbiamo avuto adattamenti per flauto dolce, violoncello piccolo, viola, liuto, tiorba, chitarra, mandolino di composizioni pensate per organici completamente diversi: si tratta di versioni che in certi casi possono essere considerate eccellenti (penso ad esempio alle Suites violoncellistiche trascritte per viola da braccio ed eseguite da Tabea Zimmermann, oppure alle versioni liutistiche delle Sonate e Partite per violino solo e delle Suites per violoncello realizzate da Hopkinson Smith), in altri più discutibili o, addirittura, improbabili (come quelle presentate nel disco intitolato The Melancholic Bach, a suo tempo recensito in questa rivista). Diverso, naturalmente, il caso delle trascrizioni pianistiche di composizioni clavicembalistiche o organistiche, ormai legate ad una tradizione didattica ed esecutiva secolare. In questo ambito non poteva, dunque, mancare l'arpa, uno strumento cui Bach non ha lasciato (a differenza di Händel) alcuna testimonianza: di qui il personale contributo dell'arpista Cristiana Passerini, che, dopo i risultati interessanti conseguiti con un precedente CD dedicato allo stesso autore, ha voluto trascrivere le clavicembalistiche Suites francesi BWV 812-817: e diciamo subito che in questo caso il timbro dello strumento non ci è parso poi così lontano da quello del clavicembalo (spesso dotato anche di registri, tra i quali quello liutistico), o così stridente rispetto ad esso, risultando anzi non poco suggestivo, almeno in questi lavori, data la dolcezza timbrica conseguita (del resto non sono mancate in passato le trascrizioni arpistiche per lavori appartenenti alla stessa epoca). La motivazione per questa operazione risulta, in sostanza, convincente e pienamente condivisibile, considerando l'assenza, in ambito didattico, di opere bachiane espressamente concepite per l'arpa: una lacuna tale da privare gli studenti di un repertorio fondamentale sia dal punto di vista tecnico che da quello formativo del gusto e della sensibilità, dato che lo stesso compositore, come è noto, aveva destinato molte delle sue creazioni per questi scopi. Se poi teniamo conto dei risultati artistici qui raggiunti dalla Passerini non possiamo che essere grati per questa proposta che ci permette di avere di tutte queste composizioni un'immagine sonora di notevole impatto per valenza espressiva e per abilità esecutiva, anche in considerazione dell'impegno tecnico richiesto da creazioni pensate per uno strumento a tastiera (l'arpista, infatti, non ha a disposizione le dieci dita dei tastierista, dovendo utilizzarne solo otto): così se le Suites francesi por ogni clavicembalista o pianista sono di media difficoltà tecnica, per un arpista risultano ben altrimenti impegnative. Un plauso, dunque, all'interprete, che in questo suo approccio ha saputo rendere appieno lo spirito e le peculiarità di scrittura di tutti questi lavori (dato anche il pieno rispetto del dettato originale dell'autore, compresi gli abbellimenti), ottenendo una adeguata gamma di sfumature, senza far ricorso a particolari artifici, e lasciando così fluire la musica con naturalezza e scioltezza, pur risultando inevitabile qualche asprezza fonica (evidente soprattutto nelle Suites tecnicamente più impegnative, tra le quali quella, splendida, in Re minore e quella in Sol maggiore). Ammirevole, infine, la delicatezza e la sensibilità con cui sono state delineate, in particolare, diverse pagine: le Sarabande, in particolare, ma anche molte delle Allemande, tra le quali meritano un menzione quelle delle Suites n. 3, n.4 e n. 5). Oltre ad avvalersi di una registrazione di notevole impatto per presenza fonica e naturalezza timbrica, il doppio CD è stato arricchito con un fascicolo comprendente ampie e dettagliate note introduttive offerte anche in italiano.
Claudio Bolzan